Le 3 valenze

Noi non vogliamo insegnare niente a nessuno, anzi tutti i giorni impariamo qualcosa, ma di una cosa siamo certi.
La nostra idea, diventata poi il progetto Consorzio Equo ed oggi il nostro lavoro, ha 3 valenze assolute e 3 altrettante assolute certezze:

DI FERRO SI VIVE

Ferrivecchi, ferraioli, feramiù o cenciaioli, tanti sostantivi per definire una attività che ha permesso per decenni il sostentamento di molte famiglie altrimenti condannate alla povertà ed all’esclusione sociale. La nostra attività non è uno start-up, non abbiamo molto da insegnare ai nostri soci se non la formazione e la massima attenzione al rispetto delle regole ambientali ma essendo da anni inseriti nel settore ambientale del recupero e riciclaggio di materiali, siamo testimoni di come questa attività sia fonte di sostentamento e miglioramento sociale per centinaia di famiglie.

IL RICICLO AMBIENTALE VIRTUOSO DELLE PICCOLE QUANTITA’

La ricerca quotidiana di piccole e modeste quantità di materiale recuperabile svolta capillarmente casa per casa, officina per officina,negozio per negozio, cascina per cascina, raccolte e trasportate con la massima attenzione alle regole e conferite poi a una selezionata elitè di impianti autorizzati al recupero, svolge una funzione essenziale che contribuisce alla diminuzione di rifiuti recuperabili impropriamente immessi in discarica o peggio destinati all’abbandoni di rifiuti .Il ruolo di raccoglitori dei nostri soci è ben visto e anzi fode del massimo rispetto dagli impianti di recupero che vedono così incrementare i volumi con il frutto di una attività che se non così svolta risulterebbe antieconomica.

IL LAVORO ONESTO E LEGALE, PRIMO UNICO VERO PASSO PER L’INCLUSIONE

Non servono grandi lezioni di sociologi per capire che la prima e vera aspettativa che permette e favorisce l’inclusione sociale è il lavoro. Ma il lavoro deve essere onesto, legale, con il giusto compenso ed il relativo rispetto nella massima attenzione alla dignità dei singoli. La scolarizzazione, le politiche sanitarie, la casa, sono tutte tematiche che riempiono le trasmissioni ei i dibattiti, ma senza un lavoro (ed aggiungo io un frigorifero pieno) rimangono solo parole.

La storia

  • GIUGNO 2012

    “eravamo 4 amici al bar” … così iniziava una canzone , noi invece eravamo 4 amici da anni inseriti a vario titolo nel settore ambientale dedicato al recupero e riciclaggio di materiali, Frequentando i piazzali di scarico di diversi impianti di recupero assistevamo all’arrivo di questi furgoncini di raccoglitori di rottami ferrosi i quali, senza né autorizzazione né permesso alcuno, ci raccontavano le loro storie. Parlavano di sequestri dei mezzi, di denunce penali, di sfruttamento del valore dei prodotti in quanto non essendo autorizzati, dovevano cercare canali non propriamente etici, di promesse di autorizzazioni mai mantenute, di pseudo professionisti che li ingannavo facendosi pagare lautamente autorizzazioni e licenze non regolamentari ecc. ecc. Una sera a cena combinazione insieme dopo una lungaa giornata di lavoro, complice la calura estiva, il bisogno di sognare e qualche bicchiere di bianco fresco frizzante, intavolammo la discussione sul tema “ma possiamo fare qualcosa per questi ragazzi?” Ancora oggi, i nostri soci sono per noi “i ragazzi” poiché a dispetto dell’età, perché alcuni anagraficamente ragazzi non lo sono da un po’, trasmettono una carica di energia e volontà tipica di chi ha una vita davanti. Forse è la carica della disperazione, del bisogno di uscire dall’angolo, della fame .di sentirsi trattare da diversi .. non lo so, ma credeteci, è una energia tangibile e, nel nostro caso, coinvolgente. Decidiamo di provare a trovare una soluzione e come nostra abitudine la soluzione passa attraverso lo studio.
  • AUTUNNO 2012

    Dopo alcuni mesi di studi ed approfondimenti, prende corpo l’idea del progetto che sarebbe diventato poi Consorzio Equo.
  • INVERNO 2012

    Una idea, per potersi sviluppare, deve avere la condivisione degli attori e quindi iniziamo una serie di incontri con questi piccoli raccoglitori e iniziamo a frequentare le periferie ed i campi nomadi. Una seconda parte dell’attività consiste nel tessere la tela con le aziende profit per organizzare una rete di impianti dove poter conferire i materiali.
  • GENNAIO 2013

    Nessuno di noi vantava competenze nel settore della cooperazione ma intendiamo che il progetto deve a pieno titolo inserirsi nel terzo settore e qualificarsi oggettivamente quale “sociale”. Dopo aver superato una iniziale diffidenza, cominciamo a raccogliere le prime adesioni e prende corpo la costituzione della prima cooperativa “la pecora nera”. Soci sono “ragazzi” del piemonte delle aree biellesi, torinesi e cuneesi ma i nostri incontri sono seguiti da molti forse favoriti dalle nostre presenze a “casa loro”
  • PRIMAVERA / ESTATE 2013

    Il tam tam della mostra iniziativa va oltre le nostre aspettative e riceviamo richieste di contatto la lombardia e liguria. Anche un gruppo di imprenditori, socialmente sensibili, sposa la mostra causa e ci appoggia favorendo altri contatti e dichiarando la disponibilità al ritiro dei materiali raccolti. A questo punto l’idea del progetto Equo già disegnato quale consorzio di cooperative sociali, prende forma i vengono costituite altre cooperative e, da queste ultime, il consorzio. Forti di questi risultati iniziamo la richiesta delle necessarie autorizzazioni sia alla messa in riserva (stoccaggio) che al trasporto di rifiuti.
  • ESTATE /AUTUNNO 2013

    Decorrono i tempi per l’ottenimento delle varie autorizzazioni e che noi conosciamo bene ma per i nostri soci sono pesanti e qualche malumore si paventa ma riusciamo con la buona fede a infondere la giusta quota di pazienza
  • DICEMBRE 2013

    Manca solo una carta, un’altra ancora poi ancora una e poi … 13 dicembre 2013 iniziamo 23 mezzi, una quarantina di ragazzi coinvolti, sei impianti di recupero profit coinvolti e per noi un giorno indimenticabile: quello della consegna ai soci delle autorizzazioni e dei formulari per il trasporto di rifiuti.
  • ANNO 2014

    Il lavoro funziona, ma le difficoltà sono appena iniziate. Tutti i giorni i ragazzi lavorano e grazie a Dio tutti i giorni riusciamo a pagarli tutti. E l’anno in cui ci trasformiamo in “farmacisti” col “bilancino” . Necessitiamo di investimenti, abbiamo usato vecchi pc personali, ora servono server, programmi, consulenze ecc. Diversi fornitori ci conoscono per le nostre passate attività e ci fanno credito ma il l’attenzione a pagare quotidianamente tutti i soci (per noi essenziale) comporta un lavoro esilarante. Nel frattempo aumenta il numero dei soci e dei mezzi impegnati ed a fine anno chiudiamo l’esercizio con circa 150 mezzi dedicati alla raccolta ed oltre 200 soci. Per completezza di dati devo ricordare anche il risultato in termini di fatturato che supera i 2 milioni di € Siamo presenti in 3 regioni e la rete di impianti profit si è allargata a circa 30 impianti. Cominciamo a farci conoscere e tra i nostri incontri uno in particolare deve essere citato, è con l’AIZO e la sua presidente nazionale Carla Osella, con la quale stringiamo una quasi naturale condivisione di intenti e con il responsabile per il Trentino Gian Luca Magagni che si rivelerà un grande aiuto in termini di disponibilità, di tempo, di esperienza e di consigli.
  • ANNO 2015

    È l’anno delle complessità, del consolidamento della struttura di base, dell’assunzione di personale qualificato, di nuove esperienze in altre regioni, dell’attivazione di nuove sinergie, di problemi sollevati da decine di ispezioni e controlli, un anno di grandi entusiasmi e grandi depressioni. Grazie ad AIZO e a Carla Osella e Gian Luca Magagni, iniziamo a lavorare in Trentino, diamo ascolto e seguito a richieste di adesione anche in Veneto Toscana Umbria ed Emilia.
  • ESTATE 2015

    Le difficoltà non finiscono mai ed un incrocio di congiunture sfavorevoli sia nazionale che internazionale, fa implodere i mercati dei materiali recuperabili sia ferrosi che metallici. I prezzi si riducono di oltre il 50%, i nostri soci faticano a sbarcare il lunario e lo scenario non promette nulla di buono, Fatichiamo anche noi essendo il nostro conto economico alimentato da una modesta percentuale fissa sul valore dei materiali recuperati, ma stringiamo i denti e resistiamo insieme noi ed i nostri soci.
  • LUGLIO 2016

    Siamo sempre 4 amici e ci troviamo sempre al bar, perché non abbiamo un ufficio presidenziale né tantomeno una sala riunioni, anzi non abbiamo neppure una scrivania per tutti e le condividiamo anche in funzione che sovente siamo perennemente fuori per lavoro. ma siamo 4 amici che forse ora sentono di avere qualcosa da raccontare e condividere e lo facciamo con questo sito,ringraziando tutti quelli che avranno voglia di leggere il primo pezzo della nostra storia, che non è nulla, se non un piccolo sogno che sta faticosamente trovando la sua posizione in momenti difficili e complessi.

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